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3 colpi, 3 morti


E’ entrato al quarto piano del palazzo della Regione, al Broletto, urlando «Vi ammazzo tutti». Poi Andrea Zampi, piccolo imprenditore di 43 anni, è entrato proprio in quella stanza dell’assessorato alla Formazione e ha sparato colpendo a morte due impiegate, una co.co.co. e una in procinto di andare in pensione. Quindi ha rivolto l’arma contro di sé e si è tolto la vita. Succede anche questo. E succede perchè la gente è esasperata, da via di testa, non è più in se. Si è perso il senso del giusto, il senso del vero e soprattutto non si capisce più quali sono i veri valori e quali quelli fittizzi. Ormai siamo nel marasma più totale e dobbiamo fare una pausa, dobbiamo fermarci a riflettere e rammentare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, riportando i limiti al giusto valore. Riflettiamo.


Sul sito di Umbria24 c'è questo articolo:
Andare a lavorare, un giorno che sembra come tanti, e non tornare mai più. Perché qualcuno ti reputa responsabile di una cosa, su cui tu non puoi nulla. Al posto di Margherita e Daniela, le due impiegate della Regione Umbria uccise a colpi di pistola nel loro ufficio al Broletto mercoledì mattina intorno a mezzogiorno da Andrea Zampi, un piccolo imprenditore con gravi problemi psichici, poteva esserci ognuno di noi. Margherita e Daniela, 61 e 46 anni, prossima alla pensione l’una e precaria l’altra, sono state ammazzate per una pratica relativa all’azienda dell’assassino, su cui non avevano alcun potere decisionale. Una pratica riguardante l’accreditamento che gli poteva valere la concessione di alcuni contributi.
Il duplice omicidio Margherita è morta prima. Zampi le ha sparato almeno due colpi di pistola a bruciapelo, dopo essere arrivato al quarto piano e aver sparato un primo colpo a vuoto. L’ha colpita alla testa e al torace. Non le ha lasciato scampo. Daniela è stata colpita pochi attimi dopo, ha provato a scappare dalla stanza in cui Zampi le aveva chiuse, ma anche lei è stata ferita in maniera troppo grave. Una terza donna in stanza con loro si sarebbe salvata buttandosi sul corpo di Daniela. Negli attimi concitatissimi dopo gli spari, un altro collega ha cercato di fermare l’emorragia della donna in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Ma neanche i sanitari del 118 hanno potuto nulla. Daniela è morta nonostante un tentativo disperato di restituirla alla vita.

Vorrei tanto non leggere più cose del genere. E' giusto indignarsi, incazzarsi e ribellarsi, ma  tutto ha un limite. Anche se spesso ci viene da dire "bisognerebbe ammazzarli", sbagliamo. Non siamo noi a poter decidere della vita o della morte altrui.
Bisogna "riequilibrarci".


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